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lunedì 28 marzo 2011

Lesioni Tendinee

La "Tendinite" è una condizione che indica il tipo di infiammazione di un tendine: esso rappresenta una delle formazioni anatomiche che fungono da trasmettitori di forza dal muscolo all'osso.
I tendini, attraverso la giunzione osteo-tendinea e il tendine del muscolo, sono tra le ossa e i muscoli. Queste strutture sono molto robuste, in grado di far fronte a grandi forze.


E' vero che, da 30 anni di età, alterazioni degenerative iniziano a influenzare la loro elasticità, rendendoli più vulnerabili.
Le lesioni del tendine possono essere traumatica o atraumatica.
L'atraumatica (cioè, caratterizzata da un alterato metabolismo)è in primo luogo, meno frequente, e possono derivare da malattie metaboliche: insufficienza renale cronica, gotta, diabete. O da malattie infiammatorie croniche: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico.
Le lesioni del tendine differiscono in rotture(completo, cioè di terzo grado, o parziale, che è, prima e seconda), sindromi da sovraccarico (tendiniti, tenosinoviti o tenovaginiti; tendinopatia inserzionale o tenoperiostiti (cioè l'infiammazione della giunzione tra tendine e osso); tendinosi (cioè, l'infiammazione cronica e degenerazione del tendine).
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La rottura del tendine si verifica quasi sempre a partire da un tendine degenerato ed è comune in atleti più anziani (oltre i 35 anni) di ritorno alle attività sportive dopo diversi anni di inattività. Non è escluso che possa capitare a non-atleti, anche a causa di una mossa brusca (ad es. scalino).
Gli sport più a rischio in questo senso sono il tennis, pallamano, pallacanestro, rugby, calcio, football americano e il salto in alto e lungo.
Si sente un "pop", (come un calcio) accompagnato da dolore intenso. Al tatto si evidenzia un "vuoto" insieme a gonfiore e lividi. Il tendine è interrotto e quindi si ha l'impossibilità di muovere l'arto interessato.
Le lesioni da sovraccarico, ancora una volta tipiche degli sport, sono causate da movimenti eccessivamente ripetuti (microtraumi), o attuati con troppa intensità. Ma possono anche essere il risultato di fattori intrinseci (difetti nella lunghezza o angolazione degli arti, squilibri posturali), o estrinseci (errori di attrezzature di formazione, attrezzature e / o sport non è ammissibile).
La lesione si presenta con un dolore acuto, o anche graduale e poi via via sempre più intenso.
Il dolore in questione di solito non si verifica a riposo, ma durante il movimento o la palpazione del tendine.
Non solo: per i tendini con guaina sinoviale, come quelli dei muscoli flessori ed estensori delle dita delle mani e dei piedi, è possibile sviluppare una tenosinovite, che oltre al dolore, potrebbe portare difficoltà di scorrimento del tendine nella sua guaina (un po 'come succede per i freni delle biciclette che scorrono all'interno dei cavi) e poi una sorta di "scatto".
Nella tendinopatia inserzionale (tenoperiostiti), tuttavia, il dolore è localizzato sulla giunzione tra il tendine e l'osso, è molto intenso e ha la tendenza a diventare cronica.


Questi casi sono ad esempio epicondilite (gomito del tennista), Achille tendinite, tendinopatia del rotuleo.
La terapia è molto importante perché, se l'infortunio al tendine è trascurato, maggiore è il rischio di incoraggiare un processo di degenerazione, che porterà ad una alterazione delle caratteristiche istologiche e ultrastrutturali del tendine (cioè una lendinosi).
In particolare, la terapia più indicata per tendinite atraumatica risisede nel trattamento di problemi fisici o fisiologici che sono alla radice del problema e che solo una attenta analisi, estesa a tutti gli organi, può mettere in evidenza.
A livello topico la Tecartyerapia o il aser a CO2 sono gli strumenti più utilizzati e con meno controindicazioni.
Nella fasi successive, si consideri un lavoro specifico di riabilitazione (mediante l'utilizzo di acqua, per le forme più gravi, si basa su attrezzature specifiche e con resistenza isocinetica elastica).
In presenza di una forma patologica abbastanza forte, può essere consigliabile sottoporsi ad un ossigeno-ozono terapia con particolari accorgimenti.
Inutile spesso l'assunzione di farmaci per via generale, così come l'applicazione di pomate locali, data la scarsa vascolarizzazione. L'applicazione di ghiaccio, comunque, ripetuta per tutta la giornata, fornisce un importante effetto antinfiammatorio.
Le rotture tendinee richiedono però, quasi sempre, una terapia chirurgica.

martedì 1 marzo 2011

Dolore alla Caviglia, come si cura, cosa fare

La caviglia ci fa male e/o è gonfia a causa di una distorsione oppure ci fa duole a stare in piedi e avvertiamo un improvviso senso d'instabilità? E' un male frequente perché è l'articolazione del nostro corpo più soggetta alle slogature. Qualsiasi sport che chiede degli arresti e ripartenze in successione come il basket, calcio, tennis e altri è alquanto stressante per le complesse articolazioni della caviglia, ma ci si può slogare la caviglia anche solo facendo jogging a passo molto moderato affrontando un semplice dislivello, provocando la rottura drastica dei legamenti interni o esterni che aiutano a tenere compatta tutta la struttura articolare della zona.

Se proviamo dolore alla caviglia dobbiamo subito accertarci che sia effettivamente da attribuire ad una distorsione; questo perché circa il 20% dei casi di rottura del tendine d'Achille vengono trascurati in quanto si pensa erroneamente che ci si sia procurati una semplice slogatura alla caviglia. Un metodo semplice ma che potrebbe essere anche doloroso per capire cosa ci si è davvero fatti è quello di sollevarsi delicatamente sulla punta dei piedi, se avvertiamo un dolore forte al polpaccio è facile che abbiamo il tendine d'achille rotto, altrimenti abbiamo preso una semplice storta.



Gradi della distorsione
Le possibili cause di dolore alle caviglie sono lesioni ossee, compressione di nervi, artrite, arcate dei piedi troppo accentuate o piatte, ma la distorsione alle caviglie è talmente diffusa da avere una graduatoria solo per se, eccola:

1 Grado Una distorsione di primo grado è lieve e non provoca subito dolore, potremmo non notare gonfiore sino a quando non ci togliamo le scarpe a fine partita o facciamo la doccia.

2 Grado Le distorsioni di secondo grado sono le più noiose anche se non sempre sono le più dolorose, queste distorsioni si gonfiano parecchio e subito. Si caratterizzano in una lesione parziale ed i legamenti spesso risultano tesi tanto da non riacquistare mai la compattezza originale e quindi una caviglia in questo stato non curata rischia di cedere in un secondo momento.
HashFlare 3 Grado Le distorsioni di terzo grado sono senz'altro le più dolorose, il vantaggio è che le prospettive di guarigione sono buone. Molto probabilmente abbiamo la caviglia livida, non si è quasi mai in grado di camminare e ci sembra che lì sia tutto rotto, ma indossando una cavigliera rigida per un certo periodo di tempo la guarigione normalmente è rapida e totale.


Come si cura - Terapia

Chiunque giochi agonisticamente sa che per trovare sollievo da una distorsione ci vuole riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione; comunque non basta quasi mai fasciare la caviglia e metttere il ghiaccio per guarire. Per il riposo dipende dalla gravità dell'infortunio, potrebbero volerci tre giorni o quindici. Il ghiaccio dovrebbe essere avvolto in un panno e applicato per 15-20 minuti almeno 3 volte al giorno. Una buona compressione deve prevedere una fasciatura elastica alla caviglia non troppo stretta, con un tampone a diretto contatto con la parte infortunata. L'elevazione (mettere il piede in alto) serve a ridurre il gonfiore, quindi portare la caviglia ad una altezza superiore a quella del cuore.
Avete preso una storta? ecco cosa fare:

Evitiamo di togliere le scarpe Non togliamo le scarpe fin quando non saremo al prontosoccorso o a casa nostra , così preveniamo il gonfiore e senza dubbio miglioriamo i tempi di recupero, inoltre se tolta poi non potremo rimettercela proprio a causa del gonfiore.

Muoviamo il piede Se dopo qualche giorno il dolore e il gonfiore stanno passando, dobbiamo iniziare la riabilitazione della caviglia. Possiamo provare a fare brevi camminate, massaggi sulla caviglia stessa ed anche qualche lieve movimento, se il dolore si ripresenta interrompiamo subito le attività. Non bisogna mai esagerare con questi movimenti ma è necessario riprendere quanto prima a muovere l'articolazione, perché il piede rimane inattivo, maggiore sarà la cicatrizzazione dei tessuti, e quindi si allungheranno i tempi di recupero e la flessibilità potrebbe essere permanentemente compromessa.

Applichiamo del calore Dopo 3 o 4 giorni di applicazioni col ghiaccio se vediamo la situazione migliorata possiamo mettere una borsa d'acqua calda o un tampone caldo 15 minuti prima di fare gli esercizi di mobilitazione, così facendo si favorisce l'afflusso sanguigno e la si tiene più flessibile.

Cavigliera Dobbiamo uscire? Proviamo ad utilizzare una cavigliera ad aria o a silicone come usano gli atleti, all'inizio può dar fastidio, ma fornisce un buon supporto alla caviglia e evita altre distorsioni, si trovano in vendita nei negozi di articoli sanitari o via internet (provate i prodotti sporlastic).



Andiamo dal dottore Se non possiamo poggiare il piede a terra o se non riusciamo dopo una intera settimana a camminare normalmente è meglio fare una visita da un ortopedico, ricordate che la rottura del tendine d'achille è inveterata dopo quindici giorni, quindi andate a farvi visitare. La rottura inveterata del tendine di achille richiede la tenoraffia a cielo aperto, che è molto più complessa degli altri tipi di operazione, almeno come tipo di ferita. Consigliabile se si è fatta una prima lastra farne una seconda dopo 15 giorni perchè nella prima può non vedersi una possibile frattura. Attenzione ai lividi ed ai versamenti. Se c'è un livido viola / rosso, si è rotto un vaso e probabilmente anche un tendine.