I tendini, attraverso la giunzione osteo-tendinea e il tendine del muscolo, sono tra le ossa e i muscoli. Queste strutture sono molto robuste, in grado di far fronte a grandi forze.
E' vero che, da 30 anni di età, alterazioni degenerative iniziano a influenzare la loro elasticità, rendendoli più vulnerabili.
Le lesioni del tendine possono essere traumatica o atraumatica.
L'atraumatica (cioè, caratterizzata da un alterato metabolismo)è in primo luogo, meno frequente, e possono derivare da malattie metaboliche: insufficienza renale cronica, gotta, diabete. O da malattie infiammatorie croniche: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico.
Le lesioni del tendine differiscono in rotture(completo, cioè di terzo grado, o parziale, che è, prima e seconda), sindromi da sovraccarico (tendiniti, tenosinoviti o tenovaginiti; tendinopatia inserzionale o tenoperiostiti (cioè l'infiammazione della giunzione tra tendine e osso); tendinosi (cioè, l'infiammazione cronica e degenerazione del tendine).
Gli sport più a rischio in questo senso sono il tennis, pallamano, pallacanestro, rugby, calcio, football americano e il salto in alto e lungo.
Si sente un "pop", (come un calcio) accompagnato da dolore intenso. Al tatto si evidenzia un "vuoto" insieme a gonfiore e lividi. Il tendine è interrotto e quindi si ha l'impossibilità di muovere l'arto interessato.
Le lesioni da sovraccarico, ancora una volta tipiche degli sport, sono causate da movimenti eccessivamente ripetuti (microtraumi), o attuati con troppa intensità. Ma possono anche essere il risultato di fattori intrinseci (difetti nella lunghezza o angolazione degli arti, squilibri posturali), o estrinseci (errori di attrezzature di formazione, attrezzature e / o sport non è ammissibile).
La lesione si presenta con un dolore acuto, o anche graduale e poi via via sempre più intenso.
Il dolore in questione di solito non si verifica a riposo, ma durante il movimento o la palpazione del tendine.
Non solo: per i tendini con guaina sinoviale, come quelli dei muscoli flessori ed estensori delle dita delle mani e dei piedi, è possibile sviluppare una tenosinovite, che oltre al dolore, potrebbe portare difficoltà di scorrimento del tendine nella sua guaina (un po 'come succede per i freni delle biciclette che scorrono all'interno dei cavi) e poi una sorta di "scatto".
Nella tendinopatia inserzionale (tenoperiostiti), tuttavia, il dolore è localizzato sulla giunzione tra il tendine e l'osso, è molto intenso e ha la tendenza a diventare cronica.
Questi casi sono ad esempio epicondilite (gomito del tennista), Achille tendinite, tendinopatia del rotuleo.
La terapia è molto importante perché, se l'infortunio al tendine è trascurato, maggiore è il rischio di incoraggiare un processo di degenerazione, che porterà ad una alterazione delle caratteristiche istologiche e ultrastrutturali del tendine (cioè una lendinosi).
In particolare, la terapia più indicata per tendinite atraumatica risisede nel trattamento di problemi fisici o fisiologici che sono alla radice del problema e che solo una attenta analisi, estesa a tutti gli organi, può mettere in evidenza.
A livello topico la Tecartyerapia o il aser a CO2 sono gli strumenti più utilizzati e con meno controindicazioni.
Nella fasi successive, si consideri un lavoro specifico di riabilitazione (mediante l'utilizzo di acqua, per le forme più gravi, si basa su attrezzature specifiche e con resistenza isocinetica elastica).
In presenza di una forma patologica abbastanza forte, può essere consigliabile sottoporsi ad un ossigeno-ozono terapia con particolari accorgimenti.
Inutile spesso l'assunzione di farmaci per via generale, così come l'applicazione di pomate locali, data la scarsa vascolarizzazione. L'applicazione di ghiaccio, comunque, ripetuta per tutta la giornata, fornisce un importante effetto antinfiammatorio.
Le rotture tendinee richiedono però, quasi sempre, una terapia chirurgica.
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